Senza titolo

2008, installazione sonora – XV Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni di Roma – Lastra di ottone di 100 x 50 x 0,02 cm, video, hardware, speaker, dimensione ambiente

Entrando all’interno di un piccolo ambiente (3,60×3,00m) che racchiude l’installazione (presentata alla XV Quadriennale di Roma) lo spettatore si trova davanti ad una lastra rettangolare di ottone, luminosa, vibrante, sonora. Nell’entrare viene immediatamente attratto dalla lastra, dalla sua luce e dal suono che produce vibrando. Su di essa viene proiettata (con un videoproiettore) un’immagine che sulla lastra è quasi impercettibile ma la rende luminosa. 

L’immagine, riflettendosi sulla superficie specchiante della lastra d’ottone, si proietta più nitida sulla parete di fronte come un’emanazione della stessa materia-luce della lastra. Questa presenza è percepita dallo spettatore solo in un secondo momento quando, voltandosi per uscire scopre la figura di un volto femminile, un volto ad occhi chiusi, con i lineamenti ed il sorriso che evocano i tratti della tradizione greco-arcaica, una ritratto ideale; diafano e senza spessore in cui sono disegnati i soli tratti essenziali. 

L’immagine non appare immobile ma vibra dello stesso palpito che anima la lastra da cui si genera la sua epifania e, ancora, si percepiscono leggeri movimenti delle palpebre, della bocca e dei capelli mossi da un leggero vento. 

Pur nella sua apparente immobilità questi ultimi elementi le fanno superare lo statuto d’immagine per restituirci la presenza reale di una fisicità astratta.
Già in alcuni precedenti lavori la sottile lastra di metallo si presentava come materia senza spessore, luminosa (l’ottone come l’oro bizantino vive della luce che lo investe) e aveva assunto il valore di soglia nella quale l’energia pre-iconica agiva quale spinta originaria e senza forma, cristallizzata in un istante carico di tensione. In questa occasione la stessa lastra diventa luogo della prima apparizione, dove affiora e si proietta dal fondo della superficie l’immagine interna primordiale. 

All’interno dell’ambiente s’instaura un rapporto dialettico tra i due elementi, tra energia, luce, suono della lastra-soglia e presenza del volto diafano, astratto; tra energia che tende alla forma e forma che si astrae.